Leggo sempre con interesse libri e articoli critici nei confronti di Getting Things Done®. Tra i critici di David Allen che hanno più successo negli ultimi mesi c’è sicuramente Oliver Burkenham, che nel suo Four Thousand Weeks scrive “Il problema di cercare di trovare il tempo per tutto ciò che sembra importante – o solo per una parte sufficiente di ciò che sembra importante – è che sicuramente non ci riuscirete mai. Il motivo non è che non avete ancora scoperto i giusti trucchi per la gestione del tempo o che non vi siete impegnati a sufficienza, o che dovete iniziare ad alzarvi prima, o che siete generalmente inutili. È che il presupposto di fondo è ingiustificato: non c’è motivo di credere che vi sentirete mai ‘on top of things’ o che riuscirete a trovare il tempo per tutto ciò che conta, semplicemente facendo di più.”
Quello che dice Burkenham è vero, siamo esseri limitati e non riusciremo mai a fare tutto quello che ci piacerebbe ma… questo non è affatto in contraddizione con GTD®! Lo stesso Allen dice infatti che l’efficacia di Getting Things Done® si misura con la nostra capacità di trascorrere del tempo a non fare niente.
Non sono poi per niente d’accordo con l’approccio che Burkenham propone per migliorare la nostra vita; “Esiste un’alternativa: l’idea, poco di moda ma potente, di lasciare che il tempo si serva di voi, affrontando la vita non come un’opportunità per attuare i vostri piani di successo predeterminati, ma come una questione di risposta alle esigenze del vostro luogo e del vostro momento storico.” In pratica il segreto sarebbe quello di evitare di pianificare, rispondendo in modo reattivo a quello che accade. Una ricetta sicura per il disastro.