Attention Residue (ovvero Attenzione Residua) è un fenomeno psicologico portato recentemente all’attenzione generale da Sophie Leroy, Associate Professor dell’università di Washington.
Di che cosa si tratta? È ciò che si verifica nella nostra mente quando lasciamo dei task incompiuti, quando veniamo interrotti durante l’esecuzione di un task o anche quando prevediamo che, una volta che avremo la possibilità di svolgere il lavoro incompiuto o in sospeso, saremo costretti ad affrettarci a portarlo a termine. Il nostro cervello fatica a lasciar perdere questi compiti e li mantiene attivi nel retro della nostra mente, anche quando cerchiamo di concentrarci e di svolgere altre attività.
L’importanza di questo fenomeno risulta evidente quando pensiamo alla frequenza delle interruzioni nel nostro lavoro di tutti i giorni; la stessa Sophie Leroy ha calcolato una media di 10 interruzioni al giorno, con un 15% di persone che segnala oltre 20 interruzioni al giorno. Un’altra ricerca nei settori IT e Healthcare ci dice che le interruzioni arrivano ogni 6-12 minuti. Il fenomeno dell’attenzione residua fa sì che le nostre capacità cognitive siano suddivise ogni volta tra il task che stavamo completando e l’interruzione, con un aumento dei tempi, dello stress e degli errori. L’intensità del fenomeno aumenta all’aumentare della fretta di chiudere il task che è stato interrotto. È stato però dimostrato che se prima di interrompere il task a cui stavano lavorando le persone hanno la possibilità di scrivere un piano per riprendere il lavoro dopo l’interruzione (basta un minuto) l’intensità del fenomeno diminuisce notevolmente.
L’abitudine a tenere delle lunghe liste To-Do sembra invece aumentare il fenomeno dell’attenzione residua, a causa della pressione generata dal fatto di sapere che abbiamo tante cose in sospeso.