Il concetto di Growth Mindset è stato recentemente introdotto dalla psicologa Carol Dweck e ha in parte rivoluzionato il nostro modo di intendere la motivazione personale.
Partiamo dall’inizio; in psicologia si chiama mindset “una cornice mentale o una lente che organizza e codifica selettivamente le informazioni”. In termini semplici si tratta di una serie di storie che raccontiamo a noi stessi su come funziona il mondo, spesso senza accorgercene.
Le persone dotate di Fixed Mindset raccontano a se stesse di essere dotate (o non essere dotate) di specifiche qualità, come ad esempio “sono un pessimo giocatore di scacchi” (esempio autobiografico) o “ho una buona memoria”.
Le persone che hanno Growth Mindset raccontano a sé stesse di poter raggiungere praticamente qualsiasi obiettivo, ad esempio “posso imparare a giocare a scacchi se mi impegno” o “posso migliorare la mia memoria”.
Le persone dotate di Fixed Mindset si sentono colpite nel proprio ego tutte le volte che commettono un errore e provano forti sentimenti negativi; le persone dotate di Growth Mindset, invece, provano sentimenti molto meno forti, e preferiscono dirigere la propria attenzione verso la causa dell’errore, per fare meglio la prossima volta.
È stato dimostrato che non si tratta di un effetto puramente psicologico, ma ha basi neurologiche, dipendenti da come il nostro cervello è stato “cablato”. Tutti noi sperimentiamo Fixed Mindset, almeno in alcune circostanze.
Tutto questo sarebbe già abbastanza interessante, ma una serie di esperimenti ha mostrato che è possibile indurre la Fixed Mindset negli individui fornendo loro dei feedback specifici sulle loro capacità, come ad esempio “Quanto sei intelligente!”.
Gli individui che ricevono o che si fanno da soli complimenti di questo tipo tendono a ridurre il loro impegno, non ad aumentarlo. Per indurre nelle persone una Growth Mindset è invece necessario fornire dei feedback specifici sullo sforzo che hanno compiuto, come ad esempio “Hai studiato davvero molto”. Verbi, non aggettivi!