Ciclo In – Do – Win

L'immagine illustra il ciclo In-Do-Win di Mike Williams

Il concetto di Work Beat è uno dei fondamenti del metodo di produttività individuale “Doing To Done™” di Mike Williams. In pratica Doing To Done suggerisce di diventare consapevoli del momento in cui si inizia a lavorare a qualcosa (In), per poi lavorare in modo ininterrotto e senza distrazioni per 5, 15 o più minuti (Do) e infine congratularsi con sé stessi per il risultato ottenuto (Win). Il “solito” Alfred Huberman, il il neuroscenziato autore del popolarissimo podcast “Huberman Lab“, conferma la validità del ciclo In-Do-Win ma… con una variante. Al termine di ogni ciclo invece di congratularsi con sé stessi si lancia una monetina; se esce testa ci si congratula con sé stessi, se esce croce si continua a lavorare senza nessuna particolare azione motivazionale. Secondo Huberman rendere randomico l’intervallo di tempo che intercorre tra un “premio” e l’altro migliora l’effetto motivazionale, impedendo che il cervello “faccia assuefazione” alle congratulazioni. Proviamo… personalmente trovo l’idea del Work Beat molto utile anche senza le autocongratulazioni finali, a cui onestamente non sono abituato.

Ladri di tempo

artistic representation of the concept of a 'Time Thief', capturing the elusive and mysterious nature of time.

Juliet Funt, l’autrice del libro Whitespace, ha individuato quattro fattori della nostra vita che in genere sono positivi, ma se li portiamo all’estremo rubano il tempo della nostra vita. Eccoli.

Ladro di tempo #1 – Drive / Overdrive. La motivazione (Drive) è fondamentale per raggiungere un obiettivo, ma… se cerchiamo di cogliere troppi obiettivi (Overdrive) otterremo risultati peggiori.

Ladro di tempo #2 – Excellence / Perfectionism. Lavorare bene (Excellence) è importante, cercare la perfezione (Perfectionism) è pericoloso.

Ladro di tempo #3 – Information / Overload. Informarsi (Information) è importante, lasciarsi trascinare dalla quantità enorme di informazioni disponibili (Overload) è pericoloso.

Ladro di tempo #4 – Activity / Frenzy. Essere attivi (Activity) è importante, la frenesia (Frenzy) è pericolosa.

Morale; ogni volta che aggiungiamo un’azione o un progetto al nostro sistema GTD® dobbiamo accertarci di non essere vittima dei Ladri di Tempo. A questo scopo possono essere utili le Quattro Domande di Juliet Funt;

  • C’è qualcosa di cui posso fare a meno?
  • Quando il risultato che ho ottenuto è già abbastanza buono?
  • Di quali informazioni ho davvero bisogno?
  • Che cosa merita la mia attenzione?

GTD® vs. ZTD®

L'immagine illustra il concetto di organizzazione dei compiti e di gestione delle priorità, mostrando il contrasto tra l'approccio intricato e strutturato di GTD® e quello snello e minimalista di ZTD.

Zen To Done (per gli amici ZTD®) è un metodo di produttività proposto da Leo Babauta come alternativa a GTD®.

Secondo Babauta molte persone hanno difficoltà ad applicare GTD®, per cinque motivi fondamentali:

  1. GTD® consiste in una serie di cambiamenti di abitudini. Molte persone hanno difficoltà a cambiare diverse abitudini tutte insieme, e abbandonano il metodo. Tra l’altro GTD® non fornisce un metodo pratico per cambiare abitudini.
  2. GTD® non si concentra a sufficienza sull’esecuzione delle attività. Secondo Babauta più che chiamarsi Getting Things Done® dovrebbe chiamarsi Getting Things in Our Trusted System.
  3. Per molte persone GTD® non è abbastanza strutturato; ad esempio l’indicazione di decidere al momento sulle priorità può generare confusione.
  4. GTD® non fa discriminazione tra gli input della nostra vita, di conseguenza molte persone mettono troppe cose nelle loro liste e vengono sopraffatte.
  5. GTD® non si concentra abbastanza sugli obiettivi personali, essendo un sistema bottom-up.

Ho riflettuto sulle posizioni di Babauta, giungendo alle seguenti conclusioni.

  1. È vero che GTD® richiede di cambiare molte abitudini, ma è anche vero che anche mettendo in pratica un solo suggerimento del libro si ottengono dei benefici. Nonostante ciò sarebbe utile definire un approccio graduale all’implementazione del metodo.
  2. È vero, GTD® non fornisce alcuna indicazione sull’esecuzione delle attività. Sarebbe utile fornire indicazioni pratiche sulla pianificazione e il controllo del lavoro, ad esempio come quelle viste in ETP™.
  3. Assegnare le priorità in modo dinamico non è soltanto un suggerimento di GTD®, ma di tutti i metodi moderni di Project Management. È però possibile fornire degli schemi di ragionamento per assegnare le priorità alle attività, come avviene ad esempio in Kanban.
  4. GTD® raccomanda di porre attenzione a dove poniamo la nostra attenzione, per evitare di focalizzarci su cose irrilevanti. Credo che illustrare in modo più chiaro gli Orizzonti di Attenzione potrebbe aiutare le persone a sentirsi meno sopraffatte.
  5. Valgono le considerazioni fatte in 4)

In un prossimo post vedremo in che modo ZTD – Zen To Done suggerisce di affrontare e risolvere i cinque problemi riscontrati da Leo Babauta in GTD®.

Creare una sub-list “Oggi”

Creare una lista temporanea “Oggi” riportando su carta delle azioni selezionate dalle nostre liste Prossime Azioni può essere una buona idea in diverse situazioni. Ad esempio:

  1. In una giornata con pochissimo tempo discrezionale può essere utile avere a portata di mano una lista “Oggi” con alcune azioni selezionate da svolgere nei minuti rimasti liberi. Queste azioni ci aiuteranno a portare avanti i nostri progetti più urgenti evitando che la nostra attenzione sia catturata soltanto dalle email in arrivo.
  2. In un week-end che desidero mantenere completamente destrutturato potrebbe essere utile avere a portata di mano una lista contenente un mix di commissioni e attività rilassanti, da utilizzare come un menu per selezionare le attività.
  3. In altri casi (sistema GTD® troppo pieno, difficoltà a mantenere l’attenzione) avere una lista di dimensioni limitate può essere di aiuto.
    In ogni caso la lista “Oggi”:
  4. dovrà contenere prossime azioni ben dettagliate, per non buttare via l’attività “Chiarire” già portata a termine
  5. dovrà essere costruita a inizio giornata a partire dalla totalità delle azioni nelle nostre liste, per evitare di lasciare indietro delle attività urgenti, e dovrà tenere conto realisticamente del tempo effettivamente disponibile
  6. a fine giornata dovrà essere sincronizzata con il nostro sistema GTD® e buttata via
    Personalmente mantengo una lista delle attività prioritarie della settimana, individuate durante la Weekly Review®; ogni mattina guardo questa lista e inserisco la data odierna come data di scadenza delle azioni che penso di svolgere in giornata. In questo modo Todoist mi evidenzia le azioni nella lista Oggi.

Alain Lakein e il metodo ABC per definire le nostre priorità

How to get control of your time and your life

L’effetto Ovsiankina ci ha insegnato che per evitare pensieri intrusivi è necessario prendere nota dei pensieri che ci vengono in mente relativamente alle cose da fare. C’è però un piccolo problema; le cose che vogliamo fare richiedono più tempo di quello che abbiamo a disposizione (24 ore al giorno, a cui va sottratto il tempo per il sonno). Il #personalmanagement deve di conseguenza occuparsi di #priorità, come del resto il #projectmanagement e il #servicemanagement. Stephen Covey, del resto, nel suo “7 habits of highly successful people” ci dice che l’essenza del #timemanagement può essere racchiusa nella frase “Organizzare e agire sulla base di priorità”.

Qualche anno prima di Stephen Covey il problema della priorità è stato affrontato da un altro autore, Alan Lakein, autore del best-seller “How to Get Control of Your Time and Your Life”. L’approccio di Alan Lakein alla priorità è noto come “Metodo ABC”. Il metodo propone di definire gli obiettivi che riteniamo più importanti nella vita, associare a ciascun obiettivo delle attività e raggruppare queste ultime in tre categorie:

Categoria A; massima priorità. Attività che non possono essere o spostare a una data successiva. Queste attività devono essere svolte per prime.

Categoria B; attività che riteniamo importanti ma che non hanno una scadenza predefinita. Queste attività devono essere svolte subito dopo le attività della categoria A.

Categoria C; attività che sono meno importanti di quelle della categoria B, e che dovranno essere svolte solo dopo le attività delle categorie A e B.

Tra i sostenitori più famosi del metodo di Lakein troviamo Bill Clinton, che nella sua autobiografia “My Life” cita il metodo e i suoi obiettivi più importanti; essere un buon uomo, avere un buon matrimonio e dei buoni figli, avere buoni amici, avere una vita politica di successo e scrivere un grande libro.

Index Card

Index card

(Ri)leggendo il bel libro “The Organized Mind” di Daniel Levitin ho trovato la descrizione di un sistema di produttività individuale super semplice basato su Index Card, ovvero su foglietti di carta da 3×5 pollici (circa 7,5 x 12,5 cm). Il sistema funziona così:

  1. Preparate un pacchetto di index card (vedi immagine).
  2. Annotate tutto quello che vi viene in mente sulle index card, un’idea per ogni card, GTD-style.
  3. Suddividete il vostro pacchetto di card in quattro gruppi; le cose da fare oggi, le cose da fare questa settimana, le cose da fare prima o poi e… tutto il resto.
  4. Lasciate a casa le cose da fare prima o poi e “tutto il resto”.
  5. Mettete nel portafogli le card con le cose da fare oggi e le cose da fare questa settimana separandole con un foglio colorato
  6. Mettete le card in ordine di priorità
  7. Buon divertimento! Quando avete tempo a disposizione pescate una card ed eseguite l’azione relativa. Se la priorità non vi convince… cambiatela.

Fatemi sapere se lo avete provato e se funziona; io ormai catturo su Bullet Journal, altrimenti avrei senz’altro dato una chance al metodo Index Card…

Emergent Task Planner™ e GTD®

Emergent Task Planner

Lo sapete, Getting Things Done® è come la Settimana Enigmistica, vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Esaminiamo quindi gli approcci più interessanti, per vedere se possiamo prendere qualche spunto; oggi tocca a The Emergent Task Planner™ di Dsri Seah.

L’Emergent Task Planner (ETP) è un foglio cartaceo per la pianificazione giornaliera che potete scaricare gratuitamente dal sito https://davidseah.com/node/the-emergent-task-planner/.

Utilizzare l’ETP è semplicissimo:

  • Scrivete la data e le ore del giorno nella parte superiore e sinistra del modulo con la vostra penna preferita.
  • Scrivete tre compiti che volete svolgere, anche di più se vi sentite ottimisti!
  • Bloccate il tempo per svolgerli nella griglia del giorno a sinistra.
  • Prendete nota delle interruzioni e dei compiti non pianificati, se necessario.
  • Rivedete alla fine della giornata e date la priorità a ciò che rimane per domani.

Molti degli elementi di ETP sono già contenuti in GTD®.

Ci sono però degli spunti interessanti che vale la pena di prendere in considerazione:

  • Un limite al numero dei compiti che ci impegniamo a completare in una giornata. Questo concetto manca del tutto in GTD® ma è presente negli approcci alla produttività dei team più diffusi, come Lean e Kanban (WiP limit).
  • Una traccia delle interruzioni e dei compiti non pianificati. L’abitudine a imparare dalle circostanze non è codificata in GTD®, ma è presente nella stragrande maggioranza dei metodi di management moderni (miglioramento continuo).

Getting sh-t done

immagine che rappresenta il metodo di produttività Getting Sh-t Done (GSD), che cattura l'essenza della produttività personale e dell'organizzazione.

Getting Things Done® è un po’ come la Settimana Enigmistica; vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Alcuni di questi tentativi sono interessanti, perché in realtà non sono metodi nuovi, ma semplicemente personalizzazioni del metodo “originale”. Prendiamo ad esempio GSD, ovvero Getting sh-t done, descritto nel sito https://www.utilware.com/gsd.html.

GSD è un metodo di produttività personale basato sull’uso di un taccuino, una penna e un segnalibro. Si articola su tre fasi:

  1. Creazione di una Daily List. Una pagina del taccuino è dedicata alla giornata odierna; scriviamo qui tutte le cose che ci vengono in mente è che dovrebbero essere fatte oggi, avendo cura di scriverle in modo che si possano fare davvero. Durante la giornata dovreste consultare almeno 2-3 volte la vostra Daily List e la vostra Backlog List per essere certi di star lavorando sulle attività più importanti.
  2. Esecuzione della Daily List. Scegliamo 3-4 elementi dalla Daily List e li mettiamo in priorità. Una volta eseguiti ne scegliamo altri 3. Vietato eseguire task non in lista; eventuali task nuovi devono essere prima aggiunti alla lista.
  3. Gestione di una Backlog List. Nella backlog List vanno tutti gli elementi che per qualsiasi motivo non sono finiti in Daily List; task con dipendenze, task molto lunghi, task iniziati e non terminati, progetti… La Backlog List deve essere consultata spesso in modo da spostare i task che si rendono disponibili nella Daily List.

Vi piace GSD e avete deciso di implementarlo? Molto bene, in realtà siete già sulla buona strada per applicare GTD®. Infatti:

  • Avete già iniziato a catturare gli input che hanno attirato la vostra attenzione
  • Avete già iniziato a chiarire gli input traducendoli in attività concrete
  • Avete già iniziato ad organizzare in liste i vostri impegni
  • Avete già iniziato a rivedere periodicamente i vostri impegni
  • Avete già iniziato a mettere in priorità i vostri impegni

… ovvero avete già messo in pratica tutti e cinque i passi del Mastering Workflow.

Covey – Eisenhower matrix

Matrice Covey - Eisenhower


Oggi parliamo di un pilastro della produttività, la matrice Urgenza / Importanza, detta anche matrice di Eisenhower / Covey. La matrice è stata resa popolare da Stephen Covey nel suo celebre libro “7 habits of Highly Successful People”. Secondo Covey spendiamo il tempo in quattro modi, descritti nella matrice in figura. Nella matrice ogni attività è definita dal fattore urgenza (richiede attenzione immediata) e dal fattore importanza (l’attività contribuisce ai nostri obiettivi chiave).

Quello che rientra nel primo quadrante è sia urgente che importante, e quindi richiede un’attenzione immediata. Chiameremo questo quadrante il quadrante del panico. Per gestire correttamente le attività del primo quadrante è importante distinguere le attività che si sono manifestate improvvisamente (succede, non possiamo farci niente) dalle attività che non si sono manifestate improvvisamente, ma che abbiamo procrastinato per lungo tempo fino a quando non ci sono esplose in mano. Per questo motivo è importante chiedersi sempre (probabilmente durante la Weekly Review®) perché un’attività sia andata a finire in questo quadrante. Ad esempio domani pomeriggio ho una importante presentazione, che in questo momento non ho ancora iniziato a scrivere; la data della presentazione era stata fissata in novembre. Perché? Quali sono i comportamenti che ho adottato e che possono essere migliorati?

Il secondo quadrante contiene le attività importanti ma non urgenti; queste attività ci aiutano a ridurre il numero di attività che andranno a finire nel quadrante 1. Chiameremo questo quadrante il quadrante del Kaizen (!). La preparazione della mia presentazione di domani è rimasta per lungo tempo nel quadrante 2. Il monitoraggio delle attività del quadrante 2 ci consente di evitare lo spostamento delle stesse nel quadrante 1.

Come vedete possiamo integrare in GTD® i quadranti Panic e Kaizen della matrice Covey / Eisenhower semplicemente facendoli diventare dei contesti.

Continuiamo ad analizzare la matrice Eisenhower / Covey. Ho riflettuto ancora sulle attività del quadrante I. Nel suo libro Covey scrive “Alcune persone sono continuamente sballottate e oppresse dai problemi, tutto il giorno e tutti i giorni (…) Perciò, quando andate a guardare il loro modello complessivo, trovate che il 90% del loro tempo è nel quadrante I (…). Questo è il modo in cui le persone che gestiscono le loro esistenze in uno stato di crisi perenne, vivono”.
Covey non tiene in considerazione il fatto che alcune persone gestiscono le attività del quadrante I come parte del loro normale lavoro. Se lavoro in un Service Desk è perfettamente normale che tutti i miei input richiedano un’attenzione immediata e non c’è niente di male in questo. Dovremmo quindi suddividere il quadrante I in due sotto quadranti; un quadrante Ia) che contiene le attività che sono “nate urgenti”, e un quadrante Ib) che contiene le attività che non erano urgenti quando sono state intercettate ma lo sono diventate in seguito perché non le abbiamo gestite in tempo utile. Ovviamente solo le attività del quadrante Ib) possono essere evitate.

Il quadrante 2 della matrice Eisenhower / Covey contiene task importanti (che avranno un impatto in futuro) ma non urgenti (richiedono un’azione immediata). Questo è il quadrante delle azioni che ci miglioreranno la vita in futuro, riducendo il numero delle azioni del quadrante 1. Potrebbe essere utile riservare una parte del tempo della nostra settimana alle azioni del quadrante 2, o anche preparare una lista contesto GTD® dedicata a questa tipologia di azioni. Io sto sperimentando due nuove liste, una lista “Panic” dedicata alle azioni del quadrante 1, e una lista “Kaizen” dedicata alle azioni del quadrante 2.

Il quadrante 3 della matrice Eisenhower / Covey contiene task non importanti ma urgenti, mentre il quadrante 4 contiene task non importanti e non urgenti. Covey utilizza parole forti per dissuaderci dall’eseguire task presenti in questo quadrante (“le persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo nei quadranti 3 e 4 conducono vite di fatto irresponsabili”), ma secondo me non ha sempre ragione, e vi spiego perché. Prendiamo il quadrante 3, il quadrante delle priorità imposte dagli altri. Può essere che un vostro cliente vi interrompa improvvisamente per farvi una domanda irrilevante a cui potrebbe aver trovato risposta da solo (urgente, non importante). Forse abbiamo perso tempo… o forse no, perché magari in futuro il cliente riconoscente ci affiderà un lavoro importante. In genere la distinzione tra cosa è importante e cosa non lo è si scopre solo a posteriori!

Possiamo fare un ragionamento simile per il quadrante 4, quello delle attività non importanti e non urgenti… i nostri passatempi. Siamo proprio sicuri che un’attività che oggi è apparentemente inutile non troverà il modo di generare valore nel futuro?

In sintesi; attenzione a non usare la matrice in modo troppo rigido.

Recuperate almeno 60′ al giorno smettendo di leggere le notizie

una persona visibilmente stressata mentre guarda notizie angoscianti in TV.

Sette mesi fa, approfittando del week-end del primo maggio, ho letto e messo in pratica le indicazioni di un libro il cui titolo mi ha affascinato subito; Stop Reading the News, di Rolf Dobelli. È stata una delle migliori decisioni del 2023.

Il messaggio del libro è semplice; smettete di consumare notizie in qualsiasi formato (Web, radio, TV, ecc…). Ecco alcuni degli effetti negativi delle notizie trattati nel libro:

  • alterano la nostra percezione del rischio
  • aumentano le nostre distorsioni cognitive, come l’Hindsight Bias e l’Availability bias
  • generano ansia, con effetti negativi sul nostro corpo
  • stimolano la generazione di opinioni non necessarie anche su argomenti per i quali non abbiamo competenze

A parte questo la lettura delle notizie ci fa perdere tempo, il che è importante per la nostra organizzazione personale. Il libro stima la perdita di tempo in circa 60 – 90 minuti al giorno. Per una sintesi degli argomenti trattati nel libro potete leggere l’articolo originale di Dobelli sul tema qui.